LOLA E IL TERRIBILE MANGART

14.07.2010

SLOVENIA - 14 Luglio 2010

Esiste ancora un luogo che sia, nello stesso tempo, raggiungibile senza eccessive difficoltà e che sia al di fuori dei classici percorsi motociclistici sulle Grandi Montagne?.

Da quando Lola viaggia in moto, abbiamo sempre privilegiato percorsi che potessero soddisfare sia il suo “essere cane” che il nostro “essere motociclisti”. Pensiamo, dopo tanti anni di esperienze, di avere trovato l’ideale equilibrio nelle Grandi Montagne, siano esse le Dolomiti, o gli Alti Tauri in Austria, oppure le Alpi Svizzere.

UNA NUOVA ESPERIENZA PER LOLA

Sono tutti luoghi splendidi, che sono raggiungibili senza dover effettuare trasferte autostradali eccessive o dover chiedere troppo a Lola che, come ben sapete, non è nata su di una moto, ma è diventata motociclista per amore.

Sono, inoltre, luoghi che sono raggiungibili passando per il Lago di Garda, ove, per Lola, è possibile fermarsi anche solo una notte allo scopo di interrompere la monotonia del viaggio e, soprattutto, trovare un luogo ideale per “giocare a fare il cane”.

Non va dimenticato, infatti, che affrontiamo i “grandi viaggi”, partendo il venerdì sera e, di regola, nel periodo Giugno – Luglio, ove le temperature in pianura sono, sovente, molto elevate. Il Lago di Garda, per Lola, rappresenta una “fresca sosta”, ideale per poi ripartire (il giorno dopo o quello ancora successivo), alla volta delle Grandi Montagne. Dopo anni di viaggi in moto assieme a Lola, la formula è ampiamente collaudata: sosta al Lago di Garda e poi sù, sulle Grandi Montagne.

Le tradizionali mete dei motociclisti, tuttavia, hanno un intrinseco limite, rappresentato dalla possibile presenza di molto turismo, soprattutto in alcuni periodi dell’anno.

"ESSERE CANE"..."ESSERE MOTOCICLISTI"..

Anche per evitare di imbatterci in file chilometriche di veicoli che, a passo d’uomo, affrontano i Passi delle Dolomiti, la scelta di dove trascorrere, assieme a Lola, la tradizionale settimana itinerante in moto (prima delle ferie d’agosto), è caduta sulla Slovenia, e precisamente sulla Slovenia del Nord, cioè quel territorio che si estende da Kranjska Gora fino al Lago di Bohinj.

Si tratta di un territorio con un' estensione molto limitata (non più di 50 chilometri di lunghezza) ma che, in sé, racchiude bellissimi itinerari motociclistici e, soprattutto, tantissima acqua: fiumi, laghi, ruscelli…un luogo ideale sia per “l’essere cane” che per “l’essere motociclisti”.

E’ un territorio, inoltre, che è, ancora, al di fuori delle tradizionali “rotte “turistiche che, salvo il famosissimo Lago di Bled, preferiscono passarlo per giungere sulla costa croata oppure si limitano a visitare la ben più famosa regione della Carinzia, in Austria.

Nella Gorenjska (questo è il nome della regione slovena), certamente, non troverete le Strade Panoramiche della Carinzia, come la famosa Grossglockner Alpenstrasse, né località alla moda come St Moritz o Cortina, ma potete trovare un infinità di luoghi molto affascinanti e, soprattutto, ideali per i cani che, dappertutto, sono accettati.

Poteva Lola farsi scappare questa occasione?

LA STRADA PIU' ALTA DELLA SLOVENIA : UN'ESPERIENZA DI GUIDA

Il viaggio di Lola aveva, come ideale destinazione, un luogo incredibile e, crediamo, semisconosciuto ai tanti motociclisti che percorrono le Grandi Montagne: la Strada del Mangart. Siamo nel cuore del Triglav National Park, che prende il nome dall'omonima montagna , la più alta della Slovenia (2864 metri).

Si tratta della strada alpina più alta della Slovenia, ma non è ,propriamente, un passo, perché, una volta arrivati..si torna indietro, percorrendo la stessa strada. Fu costruita negli Anni 30, quando ancora non vi erano le moderne tecniche costruttive: lo si può intuire percorrendola, in quanto vi sono diverse (affascinanti), gallerie scavate nella viva roccia, alcune delle quali in curva e, soprattutto, le barriere di protezione..bè, quelle proprio non sono paragonabili a quelle moderne…

E’ una strada che va affrontata con la massima cautela ed attenzione e, soprattutto, evitando i giorni festivi di “alta stagione”,ove è più frequente imbattersi in autoveicoli che salgono e scendono.

Sulla Sella del Mangart (questo è il punto di arrivo della strada, posto a circa 2100 metri), vi sono numerosi sentieri di alta quota che portano sul Monte Mangart, che sono molto apprezzati dai trekker locali, e quindi è facile, in certi periodi estivi, incrociare diversi veicoli, camper compresi, che fanno la vostra stessa strada.

Anche se la salita è breve (sono solo 12 chilometri), vi sembrerà non finire mai, tanti sono i tornanti e le gallerie che dovrete affrontare : quindi prendetevela con calma, e salite solo con un “filo di gas”. Tenete conto che la Strada del Mangart, in diversi punti, non consente il passaggio di due automobili contemporaneamente, tanto è stretta, così come sono stretti alcuni tornanti. Valutate, quindi, molto bene la vostra capacità di affrontare tutto questo, prima di salire.

La Strada del Mangart è una di quelle esperienze di guida che restano “dentro”, dal momento che, una volta saliti, è necessario scendere…e non pensiate che la cosa sia così semplice: anche in questo caso, occorre molta attenzione a dove parcheggiare la moto.

TENETE I VOSTRI CANI AL GUINZAGLIO!

Una volta arrivati in cima, però, sarete ricompensati dallo straordinario panorama che, da lassù si gode, ma fate particolare attenzione se, con voi, viaggia un cane: va tenuto sempre al gunzaglio. Sulla Sella del Mangart, infatti,  oltre allo splendido panorama, noterete subito anche un altro particolare: in un certo punto, la terra finisce, letteralmente, in uno strapiombo verticale di diverse centinaia di metri (evitate di sporgervi se soffrite di vertigini). Quindi, il guinzaglio NON va mai tolto e, se avete quelli automatici con rotore,  tenetelo BEN bloccato.

Affrontare il Mangart richiede, oltre che cautela, anche una certa preparazione logistica, nel senso che l’ideale è salire di prima mattina, e quando si è ancora “belli freschi”, mentre andrebbero evitati “orari di punta” oppure il tardo pomeriggio quando, magari, si hanno sulle spalle centinaia di chilometri o, peggio, si è già percorso il Passo Vrsic, proveniendo da Kranjska Gora.

Con Lola non possiamo permetterci di non considerare questi dettagli: sapete bene che, lei, non può decidere e, così, dobbiamo essere noi a farlo per lei.

I CONSIGLI DI LOLA

L’ideale, come abbiamo fatto con Lola, è quello di dormire vicino al Mangart, per essere pronti, di prima mattina, ad affrontare la salita alla Strada più Alta della Slovenia, ed, una volta in cima, scendere prima che il traffico pomeridiano crei qualche problema di troppo.

La base logistica di Lola, per questa nuova “impresa”, era nel paese di Kranjska Gora, a meno di dieci chilometri dal confine italiano di Tarvisio, ospiti della caratteristica Gostilna Pri Martinu, molto famosa per le sue “immense” porzioni di cibo che servono (i cani sono i benvenuti).

Kranjska Gora è situata in una posizione strategica, a pochi chilometri dal confine austriaco, che si raggiunge in un attimo, percorrendo il Wurzen Pass. Da qui, in brevissimo tempo ci si ritrova in Carinzia, nella città di Villach , da dove inizia una delle famose Strade Panoramiche della Carinzia, la Villacher Alpen Strasse. La strada è a pagamento, ma sarete all’interno del Dobrarsch Natur Park, e con il punto di arrivo a quasi 1800 metri. A Lola è piaciuta!

Arrivare sul Mangart con il cielo terso, la totale assenza di nuvole e con il vento fresco dei duemila metri, anche per Lola è stata una bellissima esperienza ma, come si diceva, va pianificata bene, per evitare di arrivarci troppo stanchi.

Consigliamo, pertanto, di giungere ai piedi della Strada del Mangart, compiendo un giro in senso antiorario che parte da Kranjska Gora (o da Tarvisio),passa per Tarvisio e, da qui, fino al Passo del Predil, sul quale è posto il confine sloveno. Scendendo dal Passo del Predil, dopo qualche chilometro, a sinistra inizia la Strada del Mangart, ben segnalata da un grande cartello stradale.

LE GALLERIE SCAVATE NELLA ROCCIA

La salita è a pagamento (cinque euro), ma ne vale la pena!. La prima parte, quella che si inoltra nel bosco, non è molto difficile; si fa sul serio, quando iniziano i primi tornanti, dopo i quali si entra nelle gallerie scavate nella roccia. Ve ne sono ben quattro, l’ultima delle quali, va fatta con estrema cautela, perché all’uscita la pavimentazione non è di asfalto, ma di roccia viva, per di più sconnessa!.

Appena la salita inizia, ci si rende subito conto , che saranno solo tre le marce della moto da utilizzare: la prima e la seconda  prevalentemente, e la terza unicamente per brevi tratti. Solo all’uscita dell’ultima galleria (ma siamo già sui duemila meri), inizia un lungo falso piano , sul quale (forse) la terza marcia, lascia il posto alla quarta (forse..).

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Lola si è resa conto, fin dai primi chilometri, che la Strada del Mangart non era come quelle “comode” strade alpine percorse fino ad allora: si è messa, pertanto, seduta all’interno del suo contenitore e, praticamente, non si è mai coricata, ma ha proseguito con il muso fuori fino in cima, compreso all’interno delle buie gallerie.

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Esatto! Le gallerie non sono illuminate ..ed alcune hanno il fondo realizzato in pavè, oltre ad essere strette…fate attenzione! Lola, però, non si è mai scomposta dalla sua posizione seduta: probabilmente percepiva che non era il caso di assumere atteggiamenti “strani” , tipo alzarsi sulle quattro zampe e mettere il muso sopra il bordo superiore del parabrezza…(..non fatelo con il vostro cane, salvo che non abbiate già percorso oltre cinquantamila chilometri e non lo conosciate come le vostre tasche..).

IL MOMENTO DI LOLA ...IL CIELO E' MOLTO VICINO...

Lola aveva percepito bene: in molti punti del percorso, da una parte avete la montagna e, dall’altra, il nulla…cioè, nella migliore dell’ipotesi, il tornante che avete appena percorso o, nella peggiore, uno strapiombo verticale…e senza alcuna protezione, fatta eccezione per dei piccolissimi sostegni in cemento (tipo “secchiello da spiaggia”), salvo in alcuni punti ove vi sono delle piccole barriere in cemento armato (ma sono distanti l’una dall’altra..).

Solo all’uscita dell’ultima galleria scavata nella roccia viva, la Strada del Mangart vi consente di rilassarvi un attimo e prendere un poco di respiro…ma dura poco! Infatti, subito dopo la seconda curva, inizia un lungo falso piano che costeggia il fianco della montagna, da cui può capitare (spesso..) si stacchino dei grossi sassi , che precipitano proprio sulla strada che state percorrendo!.

Occorre, inoltre, fare attenzione ad un numeroso gregge di pecore che staziona abitualmente sulla carreggiatta, e che si sposta in continuazione….tra l’altro, durante la salita, abbiamo incontrato ben due greggi di capre di montagna…ed a Lola non sono proprio piaciute!Troppo invadenti e poco rispettose del “cocker motociclista”!.

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Superato il tratto di strada che costeggia il fianco della montagna, inizia il tratto finale della strada più alta della Slovenia: siete arrivati sulla Sella del Mangart, a quasi 2100 metri altezza. Da lassù, il panorama che si gode è incredibile ed il cielo è veramente molto molto vicino!.

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Appena la moto si è fermata, Lola non è voluta scendere subito, ma ha atteso qualche istante , seduta all’interno del contenitore e con il muso al vento, ad annusare i profumi della Grande Montagna, quasi rapita dal luogo: non sempre ci capita di cogliere “i momenti di Lola” e, nonostante i tanti anni trascorsi assieme in moto, sono occasioni in cui l’emozione prende il sopravvento..e gli occhi si fanno un poco lucidi..dalla gioia..

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“I momenti di Lola”, però, sono brevi (molto brevi) ed, in un attimo, il “Cocker Motociclista” è sceso dalla moto ed ha preso “possesso” del nuovo territorio, ”marcandolo” con un bell’adesivo applicato sul cartello segnaletico che si trova sul punto di arrivo.

La Grande Montagna, ancora una volta, ha atteso Lola e, lei, ha risposto a modo suo : facendo “otto” di felicità sui grandi prati verdi, ma sempre con il guinzaglio perché il luogo è veramente pericoloso…e poi, in alto nel cielo, volteggiano le acquile…

Sulla Sella del Mangart, fate attenzione allo strapiombo verticale che trovate proprio a qualche decina di metri più in alto del punto di arrivo e di parcheggio della moto: non sporgetevi se soffrite di vertigini! Da lì, si gode un incredibile panorama: la catena degli Alti Monti Tauri in Austria, ed i due laghi di Fusine , le cui acque riflettono il cielo e sembrano due grandi occhi azzurri.

Ripartire, dopo le foto di rito, è stato difficile: un luogo del genere, con una giornata di cielo azzurro ed una temperatura ideale…bè…non si trova sempre!.

IL CAPPUCCINO DEL RIFUGIO DEL MANGART...LOLA E' STATA QUI!

Appena scesi dal punto più alto, a qualche centinaio di metri prima della prima galleria nella roccia, noterete una piccolissima strada che, a destra, conduce all’unico rifugio sul Mangart, il Koca Na Mangrtskem Sedlu (dispone di 35 posti letto ed un’ottima cucina). Fate, comunque, moltissima attenzione nel salire su quella strada e, salvo che non siate motociclisti esperti, lasciate perdere….meglio lasciare la moto sulla strada…la salita è realizzata in cemento, è stretta e sconnessa ed, alla fine, trovate uno strettissimo tornantino a gomito...è “fetente” e vi farà sudare freddo!.

La salita, anche a piedi, al rifugio Koca Na Mangrtskem Sedlu, vale la fatica che farete: oltre allo stupendo panorama, vi aspetta un buonissimo cappuccino fatto con il latte fresco!. Tra l’altro, la brava signora che gestisce il rifugio è amante dei cani e parla italiano.

All’interno del rifugio, noterete una vecchia stufa a legna ed una parete piena di adesivi: sono quelli applicati dai tanti viaggiatori che si sono spinti fino lì…guardate bene e vedrete che c’è anche l’adesivo di un “Cocker Motociclista”… giunto fin lì per salutare la Grande Montagna...

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E il ritorno? Bè, quello è stato fatto con  molta calma e si è concluso con una bellissima nuotata nelle verdi acque trasparenti, del Lago di Predil: per Lola questo è il segreto della felicità...ma questa è un'altra storia..

Triglav National Park 


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