19.06.2011
Austria - Solden - 19 Giugno 2011
Quando si viaggia con Lola, ci sono “Storie” che iniziano e finiscono in poco tempo: una giornata o qualche giorno, mentre altre “Storie”, durano una settimana o tutto il viaggio.
Tutte queste “Storie”, come sono iniziate, poi finiscono e diventano ricordi: alcuni intensi, altri più tenui ma, tutti, hanno un solo comune denominatore. Appartengono a “Storie” che hanno avuto un inizio ed una fine.
Di solito, queste “Storie” non si ripetono più di una volta: non esiste mai una “seconda prima volta” e questo, da tanto tempo, lo abbiamo imparato bene quando viaggiamo con Lola. Ci piace pensare che ogni “Storia” appartenga intimamente solo a Lola, mentre noi abbiamo solo la funzione di guidare la moto e di essere al suo servizio, per tutta la durata della “Storia”.
UNA STORIA INIZIATA QUATTRO ANNI FA
Diverse “Storie”, almeno per noi, appartengono a quella parte intima della coscienza difficile da spiegare, fatta com’è di sensazioni personali e, soprattutto, di emozioni allo stato puro. Tante “Storie” sono diventate parte integrante della nostra vita, indissolubili ricordi vissuti assieme alla “Biondina”.
Ci sono, tuttavia, “Storie” che sono soltanto iniziate e non hanno avuto una fine, restate quasi in sospeso, in una sorta di spazio/tempo della coscienza e della mente…”Storie” che devono ancora essere scritte e che magari non lo saranno mai, e di questo siamo sempre stati molto consapevoli.
A nessuno di noi, e tantomeno a Lola, interessano le “imprese” fatte solo per far parlare o per dire “anche questa è fatta”: occorre dare sempre un senso a quello che si fa con Lola, perché non esiste mai una “seconda prima volta” e non è detto che la eventuale “seconda volta” porti le stesse sensazioni della “prima”.
Quando, però, le “Storie” non sono terminate (quelle che hanno avuto una loro necessaria “prima volta”)…bè…allora la cosa cambia e la eventuale “seconda volta”, altro non è che il tentativo di terminare la “Storia”.
Con tutte queste sensazioni (molte delle quali non del tutto positive..), abbiamo pianificato (di nuovo), il viaggio sul “Punto più Alto d’Europa”, posto a 2829 metri di altezza, in Austria, al termine della Strada dei Ghiacciai di Solden.
Nel Giugno del 2007 (come passa in fretta il tempo..), la “Storia” fu iniziata ma non terminò, a causa di “Madre Natura” che, con una frana, aveva praticamente cancellato la strada di accesso al Ghiacciaio Tieffenbach, impedendo a Lola di terminare la “Sua Storia”.
UNA STORIA DA TERMINARE
In quel viaggio, la “Storia” rimase sospesa a 2804 metri: nel piazzale antistante il Ghiacciaio Rettenbach da dove (un segno di “Madre Natura”), si poteva scorgere in lontananza il tunnel di accesso al Ghiacciaio Tieffenbach.
La “Grande Montagna”, quel giorno, ci aveva mandato un chiaro messaggio: la “Storia” doveva essere terminata e, soprattutto, andava scritta fino in fondo. Quattro anni sono passati da quel giorno e tanti sono stati i ricordi legati alla prima salita sulla “Strada dei Ghiacciai”, ma il messaggio della “Grande Montagna”, proprio non poteva essere dimenticato!.
Il viaggio di avvicinamento a Merano non è stato dei più tranquilli, a causa di una pioggia battente che ci ha accompagnato, senza mai andarsene, da Rovereto fino all’uscita autostradale di Bolzano Sud. E’ stata l’occasione per testare (positivamente) la tenuta stagna del contenitore di Lola che, fin dalle prime gocce di pioggia, ha indossato un nuovo cappottino realizzato su misura in tessuto “nanotecnologico” (grazie Sissi!!).
La pioggia è scomparsa solo a metà strada tra Bolzano Sud e Merano, ma la temperatura era scesa di colpo e percorrere tutta la Val Passiria nel tardo pomeriggio di metà Giugno..bè...non è stato proprio una passeggiata…ma Lola dormiva tranquilla all’asciutto ed al caldo.
LA MAGIA DELLA GRANDE MONTAGNA
La destinazione di Lola (e la sua “base” per la salita al Punto più Alto d’Europa), era il piccolissimo villaggio di Plan, posto alla fine della omonima valle: quando arrivate a Moso in Passiria, svoltate a sinistra e seguite la strada. Questa finisce proprio a Plan: dopo dovete scendere ed andare a piedi..consigliato!.
Plan è un luogo unico nel suo genere: è un vero e proprio “albergo diffuso”, perché molte abitazioni sono adibite a “bed&breakfast” oppure a Residence per turisti. Il piccolo paese ha due particolarità: la prima è che l’accesso è vietato (con tanto di sbarra) ai non residenti (chi soggiorna in paese avrà un pass magnetico per alzare la sbarra), e quindi è praticamente interdetto ai veicoli a motore, e l’altro che è meraviglioso, perché è incastonato tra montagne spettacolari, e da cui partono decine di sentieri per escursionisti.
Non manca proprio nulla a Plan: nemmeno il “classico torrente” che, di notte, ti accompagna nel sonno…sembra rumoroso ma, poi, quasi per magia non senti più nulla…è la magia della “Grande Montagna”!.
A Plan, Lola è ospite della Pension Restaurant Rosmarie, situata proprio nel centro del paese ed all’inizio dei tanti sentieri per escursionisti…se volete un consiglio..andateci! Non rimarrete delusi, neppure dall’ottima cucina dello chef Andreas. L’unico “neo” (ma è tipico di tanti alberghi a conduzione famigliare) è la mancanza di un garage al coperto per la moto, ma è possibile parcheggiare nel garage dei genitori dello Chef, proprio di fronte all’albergo, salvo che, come noi, non abbiate una moto larga quasi come un’automobile…
UN SOLO TENTATIVO PER SCRIVERE LA STORIA
Pioggia battente in pianura significa NEVE sulle vette delle Grandi Montagne, e neve significa FREDDO: non sempre le “Storie” di Lola sono facili da terminare o si possono terminare. Restiamo a Plan solo due notti; la prima è quella dell’arrivo, per cui resta una sola notte ed un solo tentativo…mai mancare di rispetto alla “Grande Montagna”!.
Un solo tentativo per terminare la “Storia”…un solo tentativo per scrivere la “Storia”…Lola (e noi) non avrà certamente un’altra possibilità…né, noi, possiamo far finta che, per Lei, il tempo non passi…il prossimo anno avrà dieci anni…le “Storie” appartengono a Lei…non a noi…
Il sole si leva presto a Giugno sulle Grandi Montagne e nessuno di noi potrà scordare la mattina del 19 Giugno 2011: un sole accecante accoglie “il Cocker Motociclista”, quasi che la “Grande Montagna” intenda mandare un preciso messaggio a Lola …”vieni da me”!!.
IL PATTO CON LOLA
L’aria, però, è fredda e Lola, fin dalla partenza da Plan (non possiamo dimenticare lo sguardo dello Chef della Pensione, Maestro di Sci proprio a Solden, ben consapevole di cosa riservi il Ghiacciaio Tieffenbach se il clima non è dei migliori…) indossa il cappottino invernale, proprio quello che aveva quattro anni prima, quando la “Storia” è iniziata.
Ognuno di noi ha ben vivo il ricordo del “respiro della Grande Montagna” durante la salita a Passo Rombo, e del “Nulla” che ci avvolse in cima, e quattro anni fa non aveva piovuto per una settimana intera!.
Cerchiamo sempre di fare “patti” con Lola che, di fatto, rappresentano i limiti, oltre i quali non ci spingiamo mai, proprio per non mettere in pericolo la sua sicurezza e la sua salute. Questa volta, nel percorrere la discesa che da Plan porta a Moso in Passiria, il patto con Lola era molto molto semplice: si procede un poco alla volta, prima Passo Rombo e, solo se il clima lo consente, si prosegue fino alla “Maustelle” austriaca, poi giù fino a Solden, ma solo se le condizioni meteo lo consentono. A Solden si decide cosa fare!.
Durante la salita a Passo Rombo, il sole si alternava con grandi “nuvole in viaggio” poi, improvvisamente, all’uscita del tunnel, ecco il Nulla” e la neve ai lati della strada. Questa volta,però, il “Nulla” non ci ha avvolti come quattro anni fa ma si è limitato a guardare il passaggio del “Cocker Motociclista”, quasi contento di ritrovarlo dopo tanto tempo. Questa volta, “il Nulla” è stato buono con Lola e l’ha solo scortata fino al terzo tornante dopo la vetta di Passo Rombo.
Giù, verso la “Maustelle” austriaca, il cielo era sgombro da nebbia e da nuvole basse, ed il cielo si apriva ad un sole intenso…ma si sà...sulle Grandi Montagne il clima cambia velocemente ed, in alcuni casi, è veramente pazzo: giunti alla Maustelle austriaca, assieme al sole abbiamo trovato anche una leggera spruzzata di neve ghiacciata!. Forse un altro messaggio della Grande Montagna?.
Ci siamo fermati non poco alla Maustelle (il punto ove si paga il pedaggio per percorrere il Passo del Rombo), soprattutto per scrutare il cielo sopra Solden, in direzione della Strada dei Ghiacciai, ed era un cielo non proprio rassicurante, ma, almeno, non vi era traccia di pioggia.
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Arrivati a Solden, facciamo il “punto della situazione” all’interno di uno dei pochissimi locali aperti (siamo ancora “fuori stagione”), e dinanzi ad un ottimo cappuccino caldo prendiamo la decisione: saliamo!. La Grande Montagna pare averci sentito e, qualche minuto dopo essere ripartiti alla volta della Strada dei Ghiacciai, ecco una pioggia torrenziale, improvvisa e freddissima!!. Subito ci fermiamo in un garage coperto di un albergo lasciato aperto da qualche cliente (che fortuna!), proprio all’ingresso della Strada dei Ghiacciai, proprio sotto il grande cartello segnaletico verde…che ironia!.
Inutile dire che il morale è sotto la suola delle scarpe da trekking ma, quello che importa, è che Lola sia tranquilla all’interno del contenitore, e pare non essere troppo interessata né alla pioggia (che nel frattempo è cresciuta di intensità) né al nostro morale (che nel frattempo è scivolato sotto il pavimento del garage..). L'unico tentativo a disposizione sembra destinato a finire lì.
Sulle Grandi Montagne il clima è imprevedibile e, certamente, con Lola lo abbiamo verificato decine di volte, ma sulle Grandi Montagne si devono cogliere anche i più piccoli dettagli che, in altre occasioni, potrebbero sfuggire. La pioggia cessa all’improvviso, il sole buca le nuvole ed illumina la strada bagnata dinanzi al nostro riparo ed un automobile, proveniente dalla Strada dei Ghiacciai, ci passa a fianco ed è perfettamente asciutta!!.Ecco il nuovo messaggio della Grande Montagna che aspettavamo!.
Lasciamo il nostro garage ed iniziamo la salita fino al punto di pedaggio della Strada dei Ghiacciai: sono circa cinque chilometri, due terzi dei quali perfettamente asciutti! Per uno strano gioco di correnti d’aria in alta quota, probabilmente la pioggia ha solo sfiorato la Strada dei Ghiacciai.
AFFIORANO I RICORDI
Giunti al punto di pagamento del pedaggio della Strada dei Ghiacciai, in lontananza vediamo l’immenso anfiteatro dell’Otztaler Arena: quanti ricordi!!. Quattro anni fa eravamo proprio qui assieme a Lola ed, ora, stiamo percorrendo gli stessi tornanti e le stesse curve...sembra sia passato un secolo!.
Sono pochi i chilometri che separano il punto di pagamento del pedaggio, con i primi impianti di risalita, quelli posti alla base dell’Otztaler Arena (e siamo ben oltre i 2500 metri di altezza), da dove la strada si divide: a destra si va verso il piazzale del Ghiacciaio Rettenbach a quota 2804 metri, ed a sinistra si va verso la “Fine della Storia”: il Ghiacciaio Tieffenbach con il Punto più Alto d’Europa a quota 2829 metri!.
Sembra di rivivere un sogno che, quattro anni fa, si interruppe dopo la seconda curva della strada che portava al tunnel del Ghiacciaio Tieffenbach. La stessa strada che, ora, è liscia e perfetta come una pista da “Moto GP”: neppure un buco od un avvallamento ma fa molto molto freddo!!!. Rispetto a quattro anni fa, l’Otztaler Arena è completamente avvolto dalla neve e quanta neve!! Dappertutto vi è neve fresca caduta nei giorni scorsi ma, per fortuna, la strada è pulita e solo in alcuni tratti occorre prestare molta attenzione, ma tutto è sotto controllo: il peso della moto e la fluidità del motore ci sono d’aiuto.
IL GRANDE BUCO NERO
Sopra di noi il cielo è color metallo: grigio metallizzato come i cerchi della nostra moto ma, per fortuna, non soffia il vento e tutto pare tranquillo attorno a noi, mentre percorriamo il rettilineo che ci condurrà all’interno del tunnel per il Ghiacciaio Tieffenbach. Nulla si muove...non vi è anima viva…solo il sibilo del bicilindrico Honda…e Lola è, da tempo, all’interno del contenitore con il muso appoggiato all’incavo anteriore che sembra attendere il “Suo Momento”..
L’ingresso del tunnel è a pochi metri da noi: pare un grande “Buco Nero”, messo lì quasi come una sorta di “porta” verso un’altra dimensione…quattro anni fa lo potevamo scorgere solo da molto lontano…ed ora è proprio di fronte a noi…le prime lacrime bagnano l’interno del casco…e sono lacrime che ci faranno compagnia per tutta la lunghezza del tunnel, che pare non finire mai!.
Il tunnel è illuminato da una gialla luce artificiale, che rende il tutto ancora più surreale e quasi magico…ed in fondo la luce…l’uscita ove è posto il cartello segnaletico del Punto più Alto d’Europa!.
IL MOMENTO DI LOLA
Sappiamo bene che, all’uscita, tutto potrebbe attenderci: nebbia, nuvole basse, nevischio sulla strada…e neve dal cielo…quindi non abbiamo troppo tempo né, tantomeno, possiamo improvvisare!. Fin dalla partenza a Solden, avevamo deciso cosa fare, dal momento che il cartello segnaletico è posto a destra rispetto all’uscita del tunnel e che la strada, poi, sarebbe proseguita in discesa, fino al piazzale dell’impianto di risalita.
L’uscita dal tunnel è stata quasi una sorta di magia!. Attorno a noi un paesaggio completamente imbiancato dalla neve…e neve dal cielo!.
Abbiamo fermato la moto, fatto manovra con molta attenzione e l’abbiamo posizionata, con il frontale rivolto al tunnel, proprio sotto il cartello segnaletico del Punto più Alto d’Europa: 2829 metri!!.
Sono stati attimi molto intensi…Lola che, fino ad allora era stata accucciata all’interno del suo contenitore, ha percepito che era giunto il “Suo Momento”: si è messa seduta, ha sbadigliato, si è data una scrollata ed ha voluto togliere gli occhiali da moto, ed anche il sottocasco…Lola al naturale!!. Così doveva essere e così è stato!.
LA FINE DELLA STORIA
La neve, nel frattempo, cadeva copiosa: un messaggio della Grande Montagna che ci diceva, molto chiaramente, che il tempo a disposizione del “Cocker Motociclista” stava rapidamente terminando!.
Le foto e le riprese video “di rito” sono state, quindi, molto molto rapide: Lola, ovviamente, ha percepito che la “Storia” stava terminando e, dopo pochi intensi minuti, si è di nuovo accucciata all’interno del contenitore, non prima di aver indossato occhiali e sottocasco.
In quel momento, a 2829 metri di quota, con la neve che cadeva lenta dal cielo e con le lacrime che avevano ripreso a rigare il volto, abbiamo compreso che una “Storia” iniziata quattro anni prima era terminata e meritava di essere scritta….ma, in quello stesso momento....in quel luogo così incredibile, abbiamo percepito che anche un’altra “Storia”, ben più importante, stava per terminare….ma questo, per ora, è un segreto tra noi e Lola…e la Grande Montagna...
A Plan c’era il sole.
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